La sindrome di Sjögren è una malattia autoimmune che colpisce prevalentemente le ghiandole esocrine, in particolare quelle salivari e lacrimali, causando una marcata secchezza delle mucose. Tuttavia, questa condizione può coinvolgere anche altri tessuti e organi, manifestando una varietà di sintomi che vanno ben oltre la semplice secchezza, spesso sottovalutati sia dai pazienti sia dai clinici.
Quando stitichezza e gonfiore si associano a secchezza: il ruolo della sindrome di Sjögren
Potresti notare una stitichezza persistente e un senso di gonfiore addominale cronico senza una causa apparente. Questi sintomi sono frequenti nella popolazione generale, ma se vengono accompagnati o preceduti da secchezza della bocca (xerostomia), secchezza oculare o cutanea, è fondamentale non trascurare la possibilità che si tratti di una sindrome di Sjögren.
La secchezza si manifesta principalmente:
- Negli occhi, con prurito, bruciore, sensazione di sabbia o di corpo estraneo, fotofobia e irritazione delle palpebre.
- Nella bocca, con tosse secca, difficoltà a deglutire, voce rauca, gonfiore delle ghiandole salivari e tendenza alle infezioni orali (come mughetto e carie).
- Nella pelle, come cute secca e talvolta prurito o eruzioni cutanee.
- Nei genitali, soprattutto nelle donne, con secchezza vaginale che può rendere difficoltosi i rapporti sessuali.
La stitichezza, spesso associata a gonfiore, rientra tra i sintomi meno noti ma frequenti della Sjögren. Può essere legata alla ridotta secrezione di liquidi nelle mucose intestinali, interferendo con la normale motilità e idratazione delle feci.
Le cause e i meccanismi della sindrome di Sjögren
Alla base della sindrome si trova una disregolazione immunitaria: il sistema immunitario attacca per errore le cellule delle ghiandole lacrimali, salivari e altre ghiandole secernenti, provocando infiammazione e riduzione della produzione di saliva e lacrime. Questo genera un ambiente ostile per la salute delle mucose e favorisce la proliferazione di batteri e funghi nella bocca, complicando anche semplici attività quotidiane come mangiare, parlare o deglutire.
La sindrome di Sjögren può essere primaria (non associata ad altre patologie) o secondaria, cioè presente insieme ad altre malattie autoimmune come artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico o sclerodermia.
Il processo immunitario può interessare anche altri organi e apparati, compresi:
- Articolazioni, con dolori, rigidità e gonfiore.
- Muscoli, con dolori muscolari e stanchezza cronica.
- Sistema nervoso (neuropatie periferiche, disturbi cognitivi).
- Renale (glomerulonefrite, nefriti).
- Polmoni (fibrosi polmonare, polmoniti).
- Vasi sanguigni (vasculite).
Tutti questi sintomi contribuiscono a una senso di fatica fisica e mentale, depressione, disturbi del sonno e limitazioni alla vita quotidiana.
La diagnosi: quando sospettare la sindrome di Sjögren?
La diagnosi della Sjögren si basa su una combinazione di sintomi clinici, esami obiettivi e test di laboratorio. Il medico raccoglie l’anamnesi dettagliata e verifica la presenza di secchezza persistente di bocca e occhi, patologie gengivali ricorrenti, infezioni orali e gonfiore delle ghiandole salivari.
- Test di Schirmer e colorazioni vitali dell’occhio permettono di valutare la produzione lacrimale e il danno della superficie congiuntivale.
- Esami del sangue (ricerca di anticorpi anti-SSA/Ro e anti-SSB/La, presenza di fattore reumatoide, aumento delle immunoglobuline).
- Biopsia delle ghiandole salivari minori del labbro, utile per la conferma dei cambiamenti istopatologici tipici.
Un aspetto importante è che spesso il paziente arriva alla diagnosi dopo mesi o anni di sintomi misconosciuti, soprattutto se la manifestazione non è classica (occhio secco e bocca secca). Dolori articolari, stitichezza cronica, gonfiore addominale e stanchezza diffusa possono essere interpretati erroneamente come disturbi funzionali d’organo o stress.
Gestione dei sintomi e strategie terapeutiche
Il trattamento della sindrome di Sjögren mira soprattutto al miglioramento dei sintomi e alla prevenzione delle complicanze, poiché ancora non esistono terapie risolutive in grado di fermare la progressione della malattia. La gestione è spesso multidisciplinare e coinvolge diverse figure specialistiche, dal reumatologo al dentista, dall’oculista al ginecologo.
Supporto locale
- Uso di lacrime artificiali e gel oculari per la secchezza oculare.
- Sostituti salivari: spray, gel, chewing gum specifici per la stimolazione della produzione salivare.
- Migliore idratazione cutanea tramite creme emollienti e detergenti delicati.
- Lubrificanti vaginali nelle donne con secchezza genitale.
Terapie sistemiche
- Farmaci immunosoppressori (cortisonici, idrossiclorochina) nei casi gravi o a rischio di complicanze extraghiandolari.
- Antinfiammatori non steroidei per dolori articolari e muscolari.
- Monitoraggio e trattamento di complicanze d’organo (nefriti, fibrosi polmonare, vasculite).
Raccomandazioni generali
- Mantenimento della igiene orale, visite odontoiatriche regolari per prevenire carie e gengivite.
- Protezione degli occhi da vento e agenti irritanti, riduzione dei tempi in ambienti con aria condizionata o fumosi.
- Dieta ricca di fibre, idratazione e attività fisica per contrastare stitichezza e gonfiore intestinale.
- Supporto psicologico, gestione della fatica cronica e delle ripercussioni sulla qualità della vita.
La presenza concomitante di stitichezza, gonfiore e secchezza delle mucose deve dunque sollevare il sospetto clinico verso la sindrome di Sjögren, soprattutto se i sintomi si protraggono nel tempo senza spiegazione. Riconoscere precocemente questa patologia permette di impostare un follow-up mirato, contrastare le complicanze e migliorare il benessere del paziente.








