Attenzione al reflusso durante il cambio di stagione: ecco perché peggiora e quanto dura davvero

Durante i periodi di transizione climatica, molte persone notano un peggioramento dei sintomi da reflusso gastroesofageo. Diverse ricerche confermano che queste fasi dell’anno comportano cambiamenti fisiologici e comportamentali in grado di influire negativamente sull’equilibrio digestivo, rendendo il fenomeno particolarmente rilevante soprattutto per chi già soffre di questo disturbo.

Perché il reflusso peggiora nei cambi di stagione

Le cause del peggioramento del reflusso in questi periodi sono molteplici e coinvolgono sia fattori biologici sia comportamentali. Uno degli elementi chiave è rappresentato dalle variazioni del ritmo circadiano, ossia il nostro “orologio biologico” che regola i cicli sonno-veglia, la produzione ormonale e numerose altre funzioni corporee. Il cambiamento delle ore di luce e delle temperature può alterare il ritmo circadiano, influenzando negativamente la digestione, la motilità gastrica e la secrezione di acido cloridrico nello stomaco. Questo squilibrio si traduce spesso in un’aumentata produzione di acido gastrico e una maggiore probabilità che i succhi gastrici risalgano nell’esofago, aggravando la sintomatologia tipica del reflusso come bruciore e rigurgito acidoreflusso gastroesofageo.

Un altro fattore essenziale riguarda le modifiche alimentari tipiche dei passaggi di stagione. In inverno, ad esempio, si tende a consumare più pietanze calde, ricche di grassi o zuccheri raffinati, mentre col caldo si prediligono cibi freschi, piatti freddi e bevande zuccherate o ricche in caffeina. Entrambi questi stili alimentari, se non bilanciati, possono incrementare l’acidità di stomaco e interferire con la digestione. Anche l’assunzione di bevande irritanti come caffè, tè, alcolici o cibi speziati e fritti gioca un ruolo nell’aumentare il rischio di episodi di reflusso, soprattutto quando questi alimenti vengono introdotti in maniera più frequente per adattarsi alle nuove abitudini stagionali.

Il livello di attività fisica tende a calare durante i periodi più freddi o quando le temperature diventano eccessivamente elevate. La ridotta attività motoria comporta un rallentamento della digestione e può favorire l’aumento del peso corporeo, due situazioni che incrementano la pressione addominale e favoriscono la risalita degli acidi gastrici. Praticare sport con regolarità, anche moderatamente, aiuta invece a migliorare la motilità intestinale e a prevenire il peggioramento dei sintomi.

Non va sottovalutato lo stress, che spesso aumenta con il ritorno a scuola o al lavoro dopo una pausa estiva o durante i periodi di cambiamento e adattamento. Elevati livelli di stress promuovono la secrezione di cortisolo e di altri ormoni che stimolano la produzione di acido gastrico e alterano la motilità esofagea, peggiorando la sintomatologia del reflusso.

Sintomatologia e decorso del reflusso stagionale

Il reflusso gastroesofageo si manifesta con una serie di sintomi tipici, che tendono a riacutizzarsi proprio nei mesi di transizione, come:

  • senso di bruciore retrosternale (pirosi)
  • rigurgito di materiale acido o amaro
  • difficoltà digestive e senso di peso post-prandiale
  • nausea e talvolta tosse secca persistente
  • mal di gola e raucedine, specie nei casi di reflusso laringofaringeo

Questi sintomi spesso insorgono o si intensificano durante le prime settimane di ogni nuovo periodo stagionale. Il decorso del peggioramento legato al cambio di stagione può variare sensibilmente da persona a persona, ma tipicamente:

  • La fase acuta dura da pochi giorni a 2-3 settimane: in questo periodo il corpo si adatta alle nuove condizioni ambientali e comportamentali
  • Nei soggetti predisposti o già affetti da patologie gastrointestinali, la fase sintomatica può protrarsi fino a un mese e talvolta richiede interventi specifici
  • In molti casi, i sintomi tendono a regredire spontaneamente con l’adattamento del metabolismo e delle abitudini alimentari e di vita alla nuova stagione

L’intensità dei disturbi è fortemente individuale: alcuni pazienti riferiscono un peggioramento significativo che costringe a modificare la dieta o a ricorrere a soluzioni farmacologiche, altri invece sperimentano un semplice aumento della frequenza dei sintomi, che comunque regredisce nell’arco di alcune settimane.

Strategie per prevenire e gestire i sintomi durante i cambi di stagione

Affrontare il cambio di stagione con buone abitudini alimentari e uno stile di vita equilibrato può limitare notevolmente la ricomparsa o il peggioramento dei sintomi da reflusso. Ecco alcuni accorgimenti utili:

  • Preferire pasti piccoli e frequenti, riducendo le porzioni troppo abbondanti
  • Masticare lentamente, favorendo una corretta digestione
  • Evitare di coricarsi subito dopo aver mangiato: attendere almeno 2-3 ore prima di sdraiarsi
  • Limitare alimenti irritanti: caffè, tè, bevande gassate, cioccolato, alcol, agrumi, pomodori, aceto e cibi speziati
  • Incrementare il consumo di alimenti freschi e ricchi di fibre durante l’estate, e prestare attenzione a non esagerare con pietanze grasse e pesanti in inverno
  • Praticare attività fisica regolare, preferibilmente al mattino o nel tardo pomeriggio
  • Gestire lo stress attraverso tecniche di rilassamento, meditazione o esercizi di respirazione
  • Mantenere un peso corporeo nella norma

In alcuni casi, soprattutto se i sintomi permangono più di 3-4 settimane o peggiorano drasticamente, può rendersi necessario un consulto specialistico. Il medico potrà valutare l’eventuale introduzione di farmaci protettivi come antiacidi o inibitori di pompa protonica per il periodo critico, oppure procedere con ulteriori approfondimenti diagnostici in caso di patologie sottostanti.

Adattamenti stagionali e importanza della prevenzione

Comprendere come le transizioni stagionali influenzino la salute dell’apparato digerente permette di attuare strategie preventive efficaci, riducendo il rischio di riacutizzazioni del reflusso. Pur non essendo il cambio di stagione la causa primaria della malattia da reflusso, esso rappresenta spesso il “fattore scatenante” che accentua sintomi già presenti, innescando un circolo vizioso tra cattive abitudini, stress e peggioramento del quadro clinico.

Studi e statistiche italiane mostrano che circa un quarto della popolazione riferisce sintomi attribuibili alla malattia da reflusso, spesso con una netta recrudescenza ai cambi di stagione. Tale fenomeno è dovuto all’interazione tra componenti ambientali, comportamentali e biologiche che vanno affrontate globalmente per ridurre i disagi a carico di stomaco ed esofago.

A livello pratico, la prevenzione e la tempestiva adozione di uno stile di vita idoneo sono gli strumenti più efficaci per contenere le riacutizzazioni: la personalizzazione degli interventi, eventualmente con il supporto di uno specialista in gastroenterologia, garantisce una migliore qualità della vita e riduce le complicanze a lungo termine associate alla malattia da reflusso.

Allineare gradualmente la propria routine a quella della nuova stagione, sia in termini alimentari che di attività fisica e riposo, rappresenta una misura protettiva per tutti, ancor di più per chi ha già una predisposizione ai disturbi digestivi.

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