Il bicarbonato di sodio è spesso consigliato come rimedio naturale e fai-da-te per eliminare la muffa dai muri. Tuttavia, la reale efficacia di questo prodotto, così come di altri rimedi della tradizione casalinga, suscita dubbi tra esperti e operatori del settore. È importante, quindi, capire in profondità come agisce questa sostanza, quali sono i suoi limiti e quando invece è necessario ricorrere a soluzioni più definitive.
Le proprietà del bicarbonato e la reale efficacia sulla muffa
Il bicarbonato appartiene alla categoria dei sali alcalini e si presenta sotto forma di polvere bianca, facilmente solubile in acqua. È conosciuto soprattutto per le sue proprietà deodoranti, detergenti e leggermente abrasive. Viene impiegato abitualmente per pulire superfici domestiche e rimuovere odori sgradevoli. Nel caso delle pareti colpite da muffa, il bicarbonato viene suggerito principalmente perché:
- È atossico per persone e animali domestici.
- Non danneggia la pittura come invece possono fare detergenti aggressivi.
- Assorbe una parte dell’umidità superficiale grazie alla sua natura asciugante.
- Contribuisce a diminuire temporaneamente l’odore sgradevole generato dalla muffa.
Nonostante questi vantaggi, va sottolineato come le sue capacità nella lotta contro la muffa sui muri siano piuttosto limitate. Il bicarbonato riesce infatti a rimuovere soltanto la parte superficiale della muffa, eliminando visivamente le macchie e migliorando l’aspetto delle pareti. Tuttavia, non penetra a sufficienza nei materiali porosi dove le spore della muffa si annidano e si replicano facilmente. Questo significa che la crescita del fungo non viene realmente arrestata né le sue cause sono affrontate.
Procedura di utilizzo e varianti comuni
L’uso classico prevede di diluire due cucchiai di bicarbonato in mezzo litro d’acqua, applicando la soluzione con una spugnetta sulle zone interessate e strofinando delicatamente. In presenza di situazioni più difficili si può anche preparare una pasta più densa, lasciandola aderire qualche minuto sulle macchie prima di rimuoverla. In entrambi i casi si tratta di un intervento temporaneo che permette di avere una parete più pulita e priva di odori, ma senza garanzie di prevenzione o rimozione definitiva della muffa.
Spesso il bicarbonato viene combinato con altre sostanze naturali, come l’aceto bianco, per ottenere soluzioni spray antimuffa. Tuttavia, anche in questi casi le spore rimangono nei pori del muro e il risultato non è mai definitivo. Importantissimo è anche evitare la miscelazione diretta e massiva tra aceto e bicarbonato, che genera solo una reazione effervescente poco utile dal punto di vista detergente.
Limiti e rischi dei rimedi naturali
La credenza secondo cui il bicarbonato possa fare miracoli in presenza di muffa è, in parte, un falso mito. Ecco i principali limiti emersi da analisi e testimonianze di esperti:
- Il bicarbonato non elimina le cause profonde della muffa, ovvero l’umidità e la condensa nei materiali edili.
- Il trattamento permette solo una detersione superficiale senza agire in profondità, lasciando la possibilità al fungo di riformarsi in poche settimane.
- Senza risolvere il problema dell’umidità ambientale, anche i trattamenti frequenti non impediscono la ricomparsa delle macchie sulle pareti.
- Alcuni rimedi “della nonna”, come aceto o limone, se usati da soli o in combinazione con il bicarbonato, non sono in grado di distruggere le strutture vitali della muffa; possono solo mascherare temporaneamente l’odore e migliorare l’aspetto visivo.
Inoltre, in ambienti dove il fenomeno è ricorrente, si rischia di dover trattare spesso le stesse aree con scarsi risultati a lungo termine.
Quando serve una soluzione definitiva
Se il problema della muffa è diffuso e costante, ricorrere a prodotti naturali come il bicarbonato risulta insufficiente. Una vera eliminazione delle spore e la prevenzione della ricomparsa richiedono invece:
- Analisi approfondita delle cause di umidità nelle pareti (umidità di risalita, ponti termici, infiltrazioni, scarsa ventilazione, ecc.).
- Interventi strutturali come miglioramento dell’isolamento, installazione di sistemi di ventilazione e deumidificazione.
- Utilizzo di prodotti specificamente studiati per la bonifica e disinfezione antimuffa, in grado di penetrare nelle pareti ed eliminare la presenza di funghi e batteri, spesso a base di principi attivi chimici ma oggi disponibili anche in versioni atossiche e certificate.
Solo una combinazione di questi interventi può garantire il risultato desiderato, ovvero la prevenzione e il debello definitivo della muffa sui muri. Il bicarbonato può sempre essere utilizzato come primo tentativo per rimuovere le tracce superficiali oppure in quei casi dove la muffa sia comparsa occasionalmente e in quantità modesta, ma deve essere considerato un rimedio temporaneo e non risolutivo.
Conclusioni e consigli pratici per la casa
In sintesi, il bicarbonato di sodio offre indubbi vantaggi in termini di praticità e sicurezza domestica, essendo un composto economico, facilmente reperibile e atossico. La sua azione però si limita alla detersione delle pareti e all’assorbimento di una parte dell’umidità, senza riuscire a eliminare la muffa in profondità. I rimedi naturali devono quindi essere visti come complementari a una più ampia azione di prevenzione e risanamento.
Per chi desidera convivere in un ambiente sano e privo di muffa la soluzione più affidabile resta sempre l’investigazione delle cause strutturali, l’applicazione di barriere all’umidità, la buona manutenzione degli spazi domestici e, se necessario, la consulenza di professionisti del settore, capaci di offrire soluzioni durature e garantite.
Infine, ricordiamo che la lotta alla muffa, specialmente in presenza di soggetti allergici o bambini, non va mai sottovalutata: la manutenzione regolare e il controllo dell’umidità sono strumenti potentissimi per mantenere la casa sicura e salubre.








