Il 2026 rappresenta un anno chiave per chi desidera effettuare interventi di ristrutturazione sulla prima casa, grazie alla proroga e agli aggiornamenti dei principali incentivi fiscali previsti dalla legge di bilancio. Le numerose richieste di conferma delle agevolazioni hanno spinto il Governo a intervenire, mantenendo attivo l’orizzonte di riferimento per la detrazione al 50% sui lavori che riguardano l’abitazione principale, nonché per altri bonus connessi all’edilizia e all’efficienza energetica.
Le principali novità fiscali per la ristrutturazione della prima casa
La detrazione IRPEF del 50% sui lavori di ristrutturazione edilizia è una delle misure più apprezzate dagli italiani che vogliono riqualificare la propria abitazione principale. Tale incentivo è stato recentemente prorogato fino al 31 dicembre 2026, mantenendo anche il limite massimo di spesa ammissibile pari a 96.000 euro per ogni unità immobiliare. Il beneficio potrà essere richiesto da proprietari, nudi proprietari o titolari di altri diritti reali sull’immobile, a condizione che si tratti di prima casa e che il richiedente vi abbia la residenza anagrafica o intenda trasferirvela entro i termini di legge.
La proroga delle aliquote attuali, confermata dalla Legge di Bilancio 2026, stabilisce che:
- Interventi su prima casa: detrazione del 50% fino al 31 dicembre 2026;
- Interventi su seconde case o immobili locati: detrazione del 36% fino alla stessa data.
Dal 2027, salvo ulteriori proroghe o modifiche normative, le aliquote scenderanno rispettivamente al 36% per la prima casa e al 30% per gli altri immobili.
Contributi a fondo perduto: mito o realtà?
Tra le novità circolate nelle settimane precedenti, si è discusso di una possibile introduzione di contributi a fondo perduto per la ristrutturazione della prima casa. Tuttavia, ad oggi non risultano confermati nuovi bandi o sostegni a fondo perduto riservati ai privati che desiderano rinnovare l’abitazione principale tramite fondi diretti statali o regionali; resta invece salda la via delle detrazioni IRPEF, che di fatto costituiscono il principale strumento di risparmio fiscale per chi effettua lavori di riqualificazione.
Le uniche situazioni in cui contributi a fondo perduto possono essere previsti riguardano specifici contesti (come la ricostruzione post-sisma), oppure bandi regionali riservati a categorie particolarmente svantaggiate. In ogni caso, la misura generalizzata rimane la detrazione fiscale a valere sull’IRPEF in dichiarazione dei redditi nell’anno successivo alla spesa sostenuta, con possibilità di ripartire la detrazione in 10 anni, anche se si stanno valutando modalità di recupero più brevi, fino a 5 anni.
Altri incentivi e novità collegate
Oltre al tradizionale bonus ristrutturazione, per il 2026 vengono confermati anche altri importanti incentivi:
- Bonus mobili: detrazione del 50% su arredi e grandi elettrodomestici di classe efficiente, fino a un massimo di 5.000 euro di spesa per ogni unità immobiliare.
- Bonus barriere architettoniche: detrazione del 75% per interventi mirati all’eliminazione di ostacoli e per favorire l’accessibilità delle abitazioni, particolarmente rilevante per anziani e persone con disabilità.
- Superbonus e Sismabonus: il Superbonus è stato parzialmente ridimensionato, rimanendo al 110% solo per interventi su edifici colpiti da terremoti, mentre per gli altri casi si passa a percentuali inferiori o si esauriscono le proroghe nel 2025.
- Ecobonus: confermati gli incentivi per riqualificazioni energetiche (infissi, isolamento termico, caldaie a condensazione, pompe di calore) con detrazioni tra il 50% e il 65%, secondo tipologia di intervento e spesa sostenuta, nel rispetto delle normative comunitarie e nazionali.
Va ricordato che la cumulabilità tra bonus è consentita solo per interventi diversi ma effettuati sullo stesso immobile. Ad esempio, è possibile fruire del bonus ristrutturazione e del bonus mobili sulla stessa casa, ma ciascun beneficio ha il proprio tetto massimo e le proprie regole di rendicontazione.
Requisiti, limiti di spesa e modalità di accesso
Per ottenere la detrazione del 50%, oltre alla proprietà o al diritto di usufrutto sull’immobile, sono necessari alcuni requisiti fondamentali:
- Interventi su immobili adibiti a abitazione principale;
- Residenza anagrafica o impegno a trasferirla entro breve (se non già presente);
- Spesa massima ammissibile di 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno di imposta (in caso di lavori pluriennali il tetto si riferisce all’anno di sostenimento dei costi);
- Puntuale documentazione e pagamento delle fatture tramite bonifico parlante, che consenta la tracciabilità e la verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate;
- Comunicazione e trasmissione delle pratiche edilizie secondo le regole dei singoli enti locali, ove previste.
La detrazione fiscale viene suddivisa in 10 quote annuali di pari importo, da portare in deduzione nella dichiarazione dei redditi. Sono allo studio forme di anticipazione del beneficio, anche tramite cessione del credito o riduzione a 5 anni, ma al momento queste soluzioni non risultano pienamente operative a livello generale.
Indicatore ISEE e bonus prima casa
Un aspetto di recente introduzione riguarda la revisione del calcolo dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), che incide sull’accesso a determinate prestazioni e agevolazioni. Dal 2026, il valore della prima casa e le scale di equivalenza saranno ricalcolate per garantire maggiore equità nell’assegnazione di altri benefici, con effetti attesi rispettivamente su sconti fiscali supplementari o su accesso a bandi e graduatorie. Tuttavia, la misura non influisce direttamente sulla detrazione del 50% per la ristrutturazione, che rimane legata alle regole generali IRPEF.
Quali lavori sono agevolabili?
La detrazione del 50% si applica a diversi lavori, tra cui:
- Ristrutturazione integrale o parziale della casa;
- Interventi antisismici e di efficientamento energetico;
- Manutenzione straordinaria su parti comuni di edifici condominiali;
- Realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali;
- Opere per il conseguimento del risparmio energetico;
- Interventi per l’eliminazione di barriere architettoniche;
- Opere di bonifica dall’amianto e interventi per prevenire il compimento di atti illeciti da terzi.
Per ciascuna di queste tipologie, è fondamentale conservare la documentazione relativa alle pratiche edilizie, le autorizzazioni (SCIA, CILA, permesso di costruire) e tutte le ricevute o attestazioni di pagamento.
Le procedure di accesso al bonus sono ormai consolidate e prevedono:
- Richiesta di rilascio del titolo abilitativo edilizio, quando necessario;
- Comunicazione di inizio lavori all’Agenzia delle Entrate (nei casi previsti);
- Utilizzo di bonifici parlanti per pagamenti alle imprese esecutrici;
- Dichiarazione dei dati e delle spese nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo;
- Conservazione di tutta la documentazione fiscale e tecnica sino ai termini di accertamento da parte dell’Amministrazione Finanziaria.
In sintesi, il 2026 mantiene solide opportunità fiscali per la ristrutturazione della prima casa, ma non innova radicalmente la disciplina rispetto agli anni precedenti. La detrazione rimane il canale principale, con una crescente attenzione alla semplificazione amministrativa e alla trasparenza nell’accesso ai benefici. La continua attenzione delle istituzioni verso il patrimonio abitativo testimonia l’importanza del settore edilizio come leva di sviluppo e riqualificazione del territorio nazionale.








